martedì 1 dicembre 2009

Passatempi per bambini


Tempo addietro ho parlato di un libro per bambini scritto da Giuseppe Latronico. Dello stesso autore, nella "Scala d'oro" della UTET fu pubblicato anche questo volume, intitolato "I passatempi del giovedì", ancora una volta illustrato da Filiberto Mateldi. L'anno di pubblicazione è il 1932 e in copertina viene specificato "Per i ragazzi di anni 7".

4 commenti:

  1. Estremamente mirato! Solo per i ragazzi di 7 anni!
    :-)

    RispondiElimina
  2. Ho anch'io alcuni libri simili a questo: visti oggi sono quasi insulsi, ma sono i tempi che cambiano. Personalmente non ho mai creduto alla validità di pubblicare libri e/o giochi per ragazzi. Che ne pensi Ser?

    RispondiElimina
  3. Credo che, almeno per quello che riguarda l'enigmistica, tutti i tentativi di rivolgersi ai ragazzi abbiano avuto un esito piuttosto insoddisfacente. E questo anche in tempi in cui i giovanissimi non avevano le alternative fornite oggi dall'elettronica.

    RispondiElimina
  4. Mi rendo conto di aprire un dibattito che può prestarsi a diversi commenti. Secondo me, sì, è lodevole far giocare i bambini con le parole, sui banchi di scuola, fosse solo per rendere elastica la mente (dobbiamo elogiare e incoraggiare i bravi insegnanti che si impegnano in tal senso), ma il risultato sarà PER FORZA DI COSE sempre scarso.
    Era così persino quando in tutte le famiglie italiane si comprava la Settimana Enigmistica (in casa mia, ad un certo punto, 4 copie!) e tutti i ragazzi avevano dimestichezza almeno coi cruciverba. Figuriamoci adesso che i bambini hanno ben altri passatempi informatici, videogames, etc.
    Pensare poi di passare dall'indovinellino infantile, crescendo, ai giochi della "classica", è pura illusione. Scuola o non scuola, chi nasce col pallino per l'enigmistica vissuta "ai nostri livelli" in qualche modo emergerà e ci raggiungerà. Ma, bisogna esserne coscienti, si deve esser venuti al mondo con quel particolare bernoccolo lì. Ho sempre creduto poco alla "leva enigmistica".
    Più che nella scuola della dilagante ignoranza, quindi, è realistico pensare che il contatto possa magari scoccare ed essere sviluppato su internet, nei siti specializzati già esistenti e che saranno realizzati.

    RispondiElimina