martedì 4 agosto 2009

Enigmistica a scuola


Nel 1986 uscì, pubblicato da Einaudi, il libro di Ersilia Zamponi “I Draghi locopei” (il titolo è anagramma di “Giochi di parole”). L’opera nacque dall’esperienza dell’insegnante Zamponi nella scuola media “Rodari” di Crusinallo di Omegna, in Piemonte.
C’è tra gli Amici di questo blog qualche insegnante che si occupa di spiegare e diffondere l’enigmistica o la ludolinguistica nelle scuole?

12 commenti:

  1. Ricordo che la Zamponi fu ospite del congresso di Sanremo del 1997.
    Io ho tenuto un (ehm) corso di enigmistica con alcuni ragazzi della scuola dove insegno (l'ITIS di Imperia), alcuni anni fa. Non è facile avere un riscontro in termini numerici di allievi interessati;nonostante ciò penso che ebbe un certo successo. L'anno seguente pubblicammo alcuni giochi sul giornalino scolastico.
    Tuttora alcuni alunni chiedono a volte delle delucidazioni sulla materia.

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  2. so che lo fanno paulus, isolde e poi ci sono tanti insegnanti forse a noi sconosciuti ma che si danno molto da fare
    un esempio è la maestra che cura questo blog
    http://lamaestravisaluta2.blogspot.com/

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  3. credo che nbanga abbia colto in parte un argomento interessante, quando parla di non avere un riscontro attendibile di allievi interessati, forse perchè siamo ancora troppo legati a una concezione poco "laica": per interesse molti di noi intendono - lo esprimo con una definizione grezza - l'entrata nel mondo della classica attraverso le riviste e, da qualche anno, i blog. Ma i percorsi sono sempre meno rigidi. A me è capitato per anni (quando c'era interesse maggiore anche da parte degli insegnanti) tenere "corsi" (meglio, "chiacchierate costruttive") in diverse scuole, sia quelle che erano le medie inferiori che quelle superiori. Ma non utilizzavo MAI (il maiuscolo è voluto) l'enigmistica come materia, ma come strumento. Ricordo il notevole successo, ad esempio, che ebbero alcuni corsi organizzati assieme agli insegnanti di lettere e di disegno che portarono al termine (otto incontri, durata un mese, due a settimana) ad organizzare ipotetiche campagne pubblicitarie con un nuovo linguaggio "scoperto" assieme, giocando e partecipando e poi disegnato e scritto. Secondo me anche il successo della Zamponi (che ricordo anche io con piacere a SanRemo) è stato, oltre ad essere in parte tra le prime a sperimentare un nuovo linguaggio "partecipato", anche il fatto (e per lei era ancora più facile) farlo con un approccio pulito, non da "enigmista" e questo i ragazzi lo nasano subito e se si ritrovano un clone dell'insegnante dell'ora precedente anche se la materia è nuova prendono più facilmente le distanze e i risultati ne risentono.

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  4. Per i ragazzi so che esiste anche un "Manuale degli indovinelli" (Mondadori, 1984) di Vezio Melegari, che, a detta di Giampaolo Dossena, costituiva, per i ragazzi (e forse non solo!), "la miglior storia dell'enigmistica possibile" (letto sulla rubrica "Per gioco" del Venerdì di Repubblica di una ventina d'anni fa)... Per una strana combinazione, sia Dossena sia Melegari sono scomparsi quest'anno, a distanza di 4 mesi uno dall'altro. Qualcuno ne sa di più riguardo a questo "manuale"?

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  5. Il manuale di Vezio Melegari è un volumetto divertente, dove si parla di tanti giochi... e poco dell'indovinello come lo intendiamo oggi. Le illustrazioni sono di Origone. Interessante comunque per le tante nozioni relative ai giochi e per la storia dell'enigmistica spiegata ai ragazzi.

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  6. Mi correggo, "... la miglior storia dell'enigmistica disponibile", non "possibile".
    Riporto, per eventuali... commenti, uno stralcio più ampio dell'articolo di Dossena: "[...] Quando uscì il libro di Vezio Melegari nel 1984, io subito ne dissi tutto il bene possibile, sottolineando il fatto che esso costituisce anche la miglior storia dell'enigmistica disponibile. Lo dissi, consapevolmente, per dare un'informazione utile, a vantaggio del consumatore, e per dare un dispiacere a certi 'enigmisti classici' i quali sventolano certe loro 'storie dell'enigmistica' che a mio avviso son da buttare [...]".

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  7. Veramente io ai ragazzi ho parlato di enigmistica senza aggettivi; e anche di ludolinguistica. Spesso guardavamo la SE.

    Una cosa che trovo un po' bizzarra è questo mostrare la diatriba tra la cosiddetta classica e la cosiddetta no in sede di divulgazione (anche se in una recensione come nel caso di Dossena).
    E' una cosa bizzarra perché il lettore interessato a informarsi sull'enigmistica non ne sa nulla e probabilmente neanche lo interessa(non interessa a molti di noi, figuriamoci al neofita che pensa solo, e giustamente, a trarre piacere dalla materia).

    Se ci si rivolge a un pubblico di appassionati che vogliono addentrarsi nel nostro campicello, io penso che occorra farlo senza pregiudizi e senza tirare linee di demarcazione. Sarà il singolo, una volta entrato "in gioco", se lo vorrà, a farsi una opinione.

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  8. Io so per certo che anche Dendy ha fatto divulgazione enigmistica nelle scuole, ma in che modo e con quali risultati non ve lo so dire.

    Molto interessanti gli interventi di Woquini e N'ba N'ga.

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  9. scusate se torno sull'argomento, ma occorre ricordare anche Elio Maccario (Il Sol Felice) che da insegnante ne ha fatto pratica a scuola e che a fine anni '90 ha fatto anche un testo (Wordgames, giochi di classe, edizioni la Meridiana)

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  10. Sì, è vero. E anche il Matuziano ha sempre corroborato il suo insegnamento (anche lui lettere come il Sol Felice) con l'attività ludoenigmistica.

    Anche l'ARI già da molti anni opera interventi nelle scuole.

    Mi pare che pure Haunold faccia enigmistica nella scuola.

    Dente e Chat, qui a Imperia, lo fanno all'università della terza età.

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  11. Al Convitto Nazionale di Avellino con Ornella Zen abbiamo un riuscito corso " Crescendo in enigmistica" giunto alla seconda edizione con la partecipazione di piu' di cinquanta ragazxi solutori e creatori di giochi enigmistici.

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    1. Se volete mandarmi un messaggio un po' più esteso sulla vostra bella iniziativa sarò lieto di dedicarvi un post.
      Mail: serviligelmo@tin.it

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