venerdì 24 luglio 2009

Ser Berto


Ogni volta che lo incontravo, mi salutava ricordandomi “l’illustre schiera dei Ser”. A mio avviso, è stato uno dei più grandi autori di tutti i tempi. Il lavoro che riporto è tratto dalla gloriosa rivista “Aenigma”, che per molti di noi della (ormai, ahimé) vecchia guardia è stata una formidabile “palestra” enigmistica.

Anagramma (4/2 8 = 2 6 2 4)
LIFE STORY
Quando nacqui,
eravamo povera gente,
faceva un freddo cane.
Mia madre,
benedetta donna
che non aveva niente di originale,
aiutava in bottega.
Perdio, disse mio padre,
con questo maledetto latino di mezzo
dovrai sacrificarti
se vorrai fare il maestro.
Ed io, fatto uomo,
feci dei miracoli per arrivare
con vera passione.

Ho lottato una vita per farmi strada
contro l’aridità
di questa santa terra
che mi ha generato,
ed ho vissuto lungamente
in uno stato di depressione.
Eppure la mia storia
è piena di cose memorabili:
inseguendo un’antica promessa
ho fatto carriera.
Abito nel corso principale
e sono riuscito a mettere insieme
molto liquido.
So che alla fine
anche io finirò morto,

ma nonostante questo
mi alzo la mattina di buon’ora
e ringrazio la mia buona stella.
Mio padre,
che consuma una vita
a fare la rivoluzione,
mi ha lanciato per il mondo
per darmi un avvenire brillante.
E ne ho fatta di strada io,
per anni, tutti i giorni.
Ma sono arrivato
e, serenamente,
posso guardare la gente
dall’alto al basso.
Ser Berto

3 commenti:

  1. un grande, veramente!
    Lo ricordo quando - non ricordo esatteamente l'anno - si era trasferito per lavoro a Roma (se non sbaglio, dirigente della "Pirampepe" e spesso veniva alle riunioni (il venerdì dalle ore 21,30) del gruppo NOI a casa di Ascanio alla Cecchignola.

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  2. Concordo, uno dei più grandi di sempre!

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  3. Lo ricordo anche per l'entusiasmo con cui accoglieva i primi epigrammatici "riusciti" di un autore in erba. Era contento che ci fossero dei nuovi autori. Era insomma un grande a pieno diritto. Grande autore e affabile e disponibile come solo i veri grandi sono.
    Ho ripetuto 3 tre volte (ora 4) la parola grande; ma ne vale la pena.

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