giovedì 9 luglio 2009

Arnaldo Daniello


Incastro
VIRTÙ VARIA
Veglia la Sera con tremanti mani
sul riso delle culle, né si duole,
tra i fior del fior del suo lontano sole,
se presso è l’ombra che non ha domani.

Lunge dal Tempio astreo, sensi profani!
nova scïenza ora giustizia vuole;
e i saggi, in greve giostra di parole
d’ostico suono, dicon pazzi i sani.

Ma te, che dolce e amaro in cor d’unire
hai la virtù, delizia del palato,
lieto saluto, vivido elisire.

Nel fervor de la mischia il flutto fresco
con rapida manovra, ecco, è sprizzato...
or goder vi potrò, gioie del desco.

3 commenti:

  1. Pare che questo gioco sia risultato piuttosto ostico, per cui trascrivo il diagramma, che avevo omesso (perché all'epoca in cui fu pubblicato per la prima volta il gioco il diagramma non si usava): 3/6 = 9.

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  2. Sì, avo/periti = aperitivo. Anche altri hanno trovato la soluzione.

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