lunedì 4 maggio 2009

Schemi e giochi

L'amico Guido Iazzetta (direttore de "La Sibilla") sostiene da sempre che in un gioco in versi lo schema non ha alcuna importanza, essendo solo un "pretesto" per lo svolgimento del gioco, che costituisce la parte fondamentale del lavoro.
A mio avviso ha ragione, anche se devo dire che mi dà più soddisfazione svolgere uno schema da me trovato (tipo "loftalmologo / loft al molo") che un trito e ritrito "amo/re = amore".
Aspetto le opinioni degli amici di questo blog.

5 commenti:

  1. La penso esattamente come te, lo schema non conta ma c'è molta ma molta più soddisfazione con uno schema bello (concetto relativo, ovviamente) e preferibilmente inedito, sia per l'autore sia per il solutore.

    RispondiElimina
  2. Bhe, io non ci capisco niente....però se sei di nuovo in pista capisco che va tutto bene...ciao!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  3. Concordo con te e con Guido sul discorso del "pretesto": lo schema è paragonabile al titolo di un tema, quello che davvero conta è il suo svolgimento (anche se si può sempre argomentare che... c'è titolo e titolo!). A dimostrazione della marginalità dell'importanza dello schema, vanno anche considerati due fatti: il primo è che uno stesso schema può essere svolto (e ci sono esempi a centinaia) in molteplici maniere, il secondo è che molto spesso autore dello schema e autore del gioco non coincidono.

    RispondiElimina
  4. Anch'io penso che lo schema sia un semplice mezzo per poter svolgere il doppio soggetto di un gioco in versi. ritengo comunque che uno schema accattivante sia la ciliegina sulla torta nel puro godimento di un gioco. La cosa cambia però se parliamo di concorsi.Come giustamente dice Il Langense, lo schema, anche se inedito, potrebbe essre (e spesso lo è) opera di altri.
    Riepilogando direi che il bello schema è un piacere come il bello svolgimento; ma se proprio vogliamo fare delle gare...allora meglio nessun punteggio aggiuntivo per lo schema, per eccezionale che possa essere. E' una questione di equità.

    RispondiElimina
  5. Condivido tutto. Ma aggiungerei: un occhio allo schema va dato solo quando esso è impegnativo e mette un autore alla prova. Se si svolge "amo/re = amore" l'impegno è minimo, ma se si svolge "colonna vertebrale = carbonella rovente" dobbiamo essere ben certi di descrivere la colonna vertebrale e la carbonella (non carbone) e che sia rovente. Quindi un impegno molto maggiore. Per chi ha buon naso, diciamo che lo schema è un omaggio "extra", un po' come una bella tovaglia ricamata a mano di ottimo effetto. Ma quel che conta è la cena (e vai con gli esempi!).

    RispondiElimina